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ISTITUTO

L’Istituto di Ricerche sulla Combustione nasce a Napoli nel 1968 dal lungimirante progetto di Leopoldo Massimilla, che ha dapprima fondato e poi diretto l’Istituto fino alla scomparsa, avvenuta nel 1993. Alla Direzione dell’Istituto si sono poi succeduti l’ing. Federico Beretta, il prof. Gennaro Russo, il prof. Piero Salatino, la dr.ssa Anna Ciajolo. L'Ing. Riccardo Chirone é l'attuale Direttore dell'Istituto.

La fondazione dell’Istituto di Ricerche sulla Combustione è avvenuta in un clima di grande fermento culturale associato alla Presidenza del CNR di Vincenzo Caglioti come evoluzione del Centro del CNR per gli Studi sulla Chimica dei Sistemi ad Alte Temperature e Pressioni, già attivo negli anni sessanta con articolazione territoriale in quattro sedi: Bari, Napoli, Padova e Roma. Le motivazioni alla base della costituzione dell’Istituto Napoletano sono riassunte nel documento “Proposta di costituzione di un Laboratorio di Ricerche su: Chimica delle Fiamme e della Combustione nell’Area di Ricerca del CNR a Napoli” sottoposto da Massimilla agli organi deliberanti del CNR ai primi del 1968:

 

 

“Lo sviluppo dei processi della grande industria chimica, dell’industria siderurgica e metallurgica e di industrie collaterali, quali quelle dei materiali ceramici e dei vetri, è per vari aspetti condizionato dai progressi della chimica dei sistemi alle alte temperature o di sistemi ad elevata energia potenziale, alle soglie della infiammabilità e della esplosività. I moderni indirizzi produttivi tendono infatti ad abbandonare le laboriose tecniche pluristadio della tradizionale chimica industriale organica ed inorganica a favore di sintesi dirette, imperniate sul trattamento di sistemi in condizioni spinte, ma controllate, di temperatura o di reattività. L’impiego di aria arricchita o di ossigeno puro in vecchi e nuovi processi, la ossidazione parziale e la combustione sotto pressione di idrocarburi, la produzione e la manipolazione di idroperossidi, le sintesi alla fiamma con comburenti e combustibili non tradizionali o inquinanti, le sintesi al plasma di prodotti speciali e materiali refrattari hanno aperto nuovi capitoli della chimica industriale, il cui approfondimento è un fattore determinante in molteplici realizzazioni dell’ingegneria chimica, come si è dovuto constatare, e talvolta amaramente, nello sviluppo di recenti iniziative della nostra industria chimica. Di fronte a tali esigenze, vivamente sentite dai responsabili della progettazione e dell’esercizio di impianti industriali, questo settore di indagini è in Italia trascurato. I problemi della combustione sono appena sfiorati in alcuni corsi di istruzione superiore e la ricerca su tali processi non ha finora richiamato l’interesse dell’Università, anche per l’elevato costo delle apparecchiature di diagnostica e per la pericolosità inerente le relative sperimentazioni, specialmente se condotte in ambienti angusti non progettati per tale ordine di studi. L’ampiezza dello sforzo finanziario richiesto, la varietà delle applicazioni in tutte le tecnologie chimiche e, in rapporto a scottanti problemi di sicurezza, l’interesse sociale che esse rivestono, collocano queste indagini tra quelle che il CNR, ed in particolare il Comitato per le Scienze Chimiche, dovrebbe promuovere in Italia con urgenza a mezzo di un Laboratorio.”

 

Le attività, che inizialmente erano circoscritte agli studi sulla dinamica di sistemi multifase e granulari e ai processi plasmochimici, si sono poi ampliate includendo la diagnostica ottica ed i meccanismi di formazione di fasi condensate in fiamme, aspetti della dinamica di sistemi reagenti, processi ossidativi di idrocarburi a bassa temperatura, processi ossidativi catalitici ed alla fiamma, aspetti dell’aerodinamica e dello scambio radiativo in camere di combustione. Alla fine degli anni settanta, l’Istituto ha trovato nuovi ed importanti stimoli di ricerca dettati dall'esigenza di diversificare le fonti energetiche primarie: si sono approfonditi, pertanto, studi nel campo della combustione e gassificazione di combustibili solidi (in primis carbone) sopratutto con tecnologie di conversione a letto fluidizzato. Altre linee di attività di interesse dell'Istituto sono quelle legate alla sicurezza delle operazioni dell’industria chimica: stoccaggio di sostanze combustibili od esplosive, prevenzione e del controllo dell’impatto ambientale, processi di combustione instazionaria in motori a combustione interna. Le ultime attività, in ordine cronologico, ad essere oggetto di ricerca dell'Istituto sono lo sviluppo di tecnologie di conversione basate sulle fonti rinnovabili e lo studio di processi di conversione energetica di combustibili fossili compatibili con la cattura ed il sequestro della CO2.

L’Istituto di Ricerche sulla Combustione ha goduto sin dalla nascita dell’apporto di figure di calibro nazionale ed internazionale che hanno contribuito a fornire indirizzamento scientifico e revisione critica delle linee di sviluppo. Hanno fatto parte del Consiglio Scientifico dell’Istituto eminenti studiosi di statura internazionale quali il prof. Alfred Gaydon dell’Imperial College di Londra, il prof. John Beér del MIT, il prof. Klaus Hein dell’Università di Stoccarda. Sono stati accolti a Napoli, per periodi sabbatici di studio e ricerca, i professori Adel Sarofim del MIT e Roland Clift dell’Università del Surrey. Sono stati resi partecipi dello sviluppo dell’Istituto Umberto Colombo, Ezio Colombo, Ettore Molinari, Livio Antonelli, Pierluigi Rebora, Aurelio Reiter, Gennaro De Michele.

Decreto IRC 1968

Decreto IRC 2001

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